Educare alla sessualità responsabile: il ruolo della scuola
La sessualità rappresenta una funzione chiave dell’essere umano. Le relazioni sentimentali e sessuali da un lato sono funzionali alla costruzione del Sé come individuo unico e adulto, dall’altro evidenziano le credenze sviluppate durante le relazioni di attaccamento precoci, all’interno di un percorso di maturazione globale e continuo della persona. Sostenere un approccio sereno alla sessualità, privo di tabù da un lato ma rispettoso della sensibilità individuale dall’altro, rappresenta quindi un importante obiettivo per chi accompagna bambini e ragazzi durante un percorso di crescita.
Quale può essere il ruolo della scuola, anche nel relazionarsi ad esperti del campo medico e psicologico, per fornire una corretta educazione sessuale agli alunni? Per rispondere a questa domanda, in assenza di linee guida certe a livello nazionale, è utile partire da una panoramica generale.
Gli standard per l’educazione sessuale proposti a livello europeo:
L’educazione sessuale olistica deve basarsi sui seguenti principi:
- L’educazione sessuale è adeguata per l’età rispetto al livello di sviluppo e alle possibilità di comprensione, è sensibile rispetto alla cultura, alla società e al genere. E’ rapportata alle realtà di vita di bambini o ragazzi.
- L’educazione sessuale si basa sui diritti umani (sessuali e riproduttivi).
- L’educazione sessuale si basa su un concetto olistico di benessere che comprende la salute.
- L’educazione sessuale poggia saldamente sui principi di equità di genere, autodeterminazione e accettazione della diversità.
- L’educazione sessuale inizia alla nascita.
- L’educazione sessuale deve essere intesa come un contributo verso una società giusta e solidale, attraverso l’empowerment delle persone e delle comunità locali.
- E’ basata su informazioni scientificamente accurate.
L’educazione sessuale persegue i seguenti risultati.
- Contribuire a un clima sociale di tolleranza, apertura e rispetto verso la sessualità e verso stili di vita, atteggiamenti e valori differenti.
- Rispettare la diversità sessuale e le differenze di genere, essere consapevoli dell’identità sessuale e dei ruoli di genere.
- Mettere in grado le persone, attraverso un processo di empowerment, di fare scelte informate e consapevoli e di agire in modo responsabile verso se stessi e il proprio partner
- Avere consapevolezza e conoscenza del corpo umano, del suo sviluppo e delle sue funzioni, in particolare per quanto attiene la sessualità.
- Essere in grado di svilupparsi e maturare come essere sessuale, vale a dire imparare a esprimere sentimenti e bisogni, vivere piacevolmente la sessualità, sviluppare i propri ruoli di genere e la propria identità sessuale.
- Acquisire informazioni adeguate sugli aspetti fisici, cognitivi, sociali, affettivi e culturali della sessualità, della contraccezione, della profilassi delle infezioni sessualmente trasmesse (IST) e dell’HIV, della violenza sessuale.
- Avere le competenze necessarie per gestire tutti gli aspetti della sessualità e delle relazioni.
- Acquisire informazioni sull’esistenza e le modalità di accesso ai servizi di consulenza e ai servizi sanitari, particolarmente in caso di problemi e domande relativi alla sessualità.
- Riflettere sulla sessualità e sulle diverse norme e valori con riguardo ai diritti umani al fine di maturare la propria opinione in maniera critica.
- Essere in grado di instaurare relazioni (sessuali) paritarie in cui vi siano comprensione reciproca e rispetto per i bisogni e i confini reciproci. Ciò contribuisce alla prevenzione dell’abuso e della violenza sessuale.
- Essere in grado di comunicare rispetto a sessualità, emozioni e relazioni, avendo a disposizione il linguaggio adatto.
È più corretto parlare quindi di educazione affettiva o sessuale? Da quanto visto i due aspetti non possono essere scissi in modo netto.
Gli standard vengono poi declinati in maniera differente nelle scuole di diversi paesi europei:
- l’Inghilterra presenta una delle percentuali più alte di ragazze-madri d’Europa e quindi l’educazione sessuale è un argomento molto dibattuto. È previsto che a scuola si discuta di questi temi sin dai banchi delle elementari, ai bimbi di cinque anni. Non si tratta di lezioni di sesso, ma si punta a spiegare le relazioni, il quadro e la comprensione morale di argomenti connessi alla sessualitàin senso lato., favorendo un’educazione affettiva e relazionale, prima ancora che sessuale;
- in Francia le scuole sono tenute a impartire 30-40 ore di educazione sessuale ed è prevista la distribuzione di profilattici agli studenti di terza media e prima superiore
- in Germania l’educazione sessuale fa parte dei programmi scolastici fin dal 1970
- l’Olanda presenta una delle più basse percentuali di ragazze madri al mondo e il sistema olandese è spesso considerato un esempio per gli altri Paesi
- in Svezia l’educazione sessuale fa parte integrante dei programmi scolastici fin dal 1956. Si comincia a trattare gli argomenti dalle prime classi elementari e si continua per tutti gli anni di istruzione, all’interno delle differenti materie trattate (es. biologia)
- in Spagna dal 1985, l’educazione sessuale, non obbligatoria, è prevista per le scuole, che sono libere di decidere come applicare i programmi inseriti come materia a sé o integrati nel curriculum di altre materie, ad esempio scienze;
- in Portogallo dal 1990 l’educazione sessuale è materia obbligatoria a scuola;
- negli USA l’educazione sessuale facoltativa è prevista nelle scuole medie inferiori e superiori. I programmi variano a seconda dell’istituto e l’educazione sessuale si insegna in due forme principali: quella completa e quella che si limita alla sola astinenza.
In Italia manca una precisa e organica attuazione di programmi di educazione sessuale nelle scuole.
Dott.ssa Cecilia Smeraldi
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
- Adolescenza e sessualità. (R.Rossi, E.Marconi sessuologiaclinicaroma.it)
- Sesso e adolescenza (R.Cacioppo psicoterapia-milano.it)
- Attaccamento e sessualità in adolescenza ( I.Sidoli, State of Mind 2015)
- Educare a una sessualità consapevole – Guida per gli insegnanti. Società italiana di ginecologia e ostetricia
- http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/08/